mercoledì 30 giugno 2010

la voglia di non ragionare ma vivere...

Ora che mi sento bene...eh...spengo la luce...
spero di riuscire a dimostrare...che...così va bene..
ora che ci penso mi perdo in quell’attimo dove dicevo che tutto era fantastico...
mi sembra.. ieri...
e ora che è successo fa lo stesso...se non ti cerco non vuol dire che mi hai perso...
già sto sognando...ma adesso...



la voglia di non ragionare ma vivere sempre disposto a rischiare e ridere...
riderne..la gioia di quest’attimo senza pensarci troppo solo gustandolo...
le stesse storie e quei percorsi che non cambiano...
quelle canzoni e le passioni che rimangono...
semplicemente non scordare...
come i libri della scuola fra le dita...
la colazione ogni mattina da una vita...semplice..
come incontrarsi perdersi poi ritrovarsi amarsi lasciarsi...
poteva andare meglio può darsi...dormire senza voglia di alzarmi...
e faccio quello che mi pare...se ci penso ora...se ci penso adesso...
non so ancora che cosa ne sarà...
perchè mi manca il fiato...

(Zero Assoluto)

Sto bene. Finalmente!

venerdì 25 giugno 2010

il peso della valigia.

Ieri ti ho pensato.
Strano ma vero.
Eri fuori della mia vita da mesi ormai.
Dal 5 gennaio 2010 per l’esattezza.
E' stato come riaprire una valigia che avevo nascosto sotto il letto, aspettando che si coprisse di polvere, sperando di dimenticarmi che ci fosse...
Ed oggi, non so il perchè, l'ho rispolverata.
Sai, quella valigia con dentro noi due è proprio pesante:sogni, rimpianti, rabbia, fuoco...
Non solo aria estiva...
C'è un profumo di Marlboro rosse e dopobarba, ma se ti fermi un attimo sentirai un profumo leggero di D&G...



Ero seduta su quella panchina, lì da dove vedo casa tua.
Eppure tu nemmeno ti potresti immaginare che io ti osservo.

Quante volte mi sono seduta qui: ti ho maledetto, ti ho sognato, ti ho pensato, ti ho desiderato, ho controllato se fossi a casa, se la tua macchina era parcheggiata lì fuori.
L’ultima volta che mi sono seduta qui ho pianto.
Per quasi un’ora: la rabbia di averti perso, il dolore, la voglia di gridarle quanto la odio.
Lacrime bollenti.
Era settembre, me lo ricordo come se fosse ieri.
Poi ho cominciato a dar retta alla testa e non al cuore, e sono riuscita a dimenticarti.
Ma mi ci è voluto tanto di quel tempo, oltre che una buona dose di lontananza.
Ma la distanza, ho imparato, lenisce i dolori e aiuta a cicatrizzare le ferite….
Anche perché le risposte, se mi fermavo a pensarci, le sapevo già…
Hai smesso di cercarmi per evitare casini con lei, hai preso una decisione perché ti sei reso conto che il gioco ormai era finito e le cose si stavano complicando…
La cosa che mi faceva tanta rabbia è che hai scelto la via più semplice, non quella che volevi seguire realmente…
Io lotto per quello in cui credo.
L’ho sempre fatto, e di certo non smetterò ora.
Lotto per i miei sogni, le mie amicizie, le persone a me care, l’amore.
Se ci credo, lotto fino in fondo, scelgo la strada magari più lunga e tortuosa ma non mi fermo… Ma forse io sono ancora piccola, come dici tu, e certe cose non le ho ancora capite…
Ora siamo a giugno, quasi luglio ormai, e mi sono ritrovata qui a pensare a te.
Ho ripensato a quel 5 gennaio…a tutte le mie domande, alle quali io però sapevo già la risposta. Ma avevo bisogno di sentirtelo dire a te.
Avevo bisogno che lo ammettessi.
Volevo sentirmelo dire che ci tieni a me, e che non mi faresti mai del male di proposito.
Volevo sentirmelo dire che era stata lei a scrivermi quel messaggio.
Ho pensato ai tuoi baci, alle tue carezze, agli abbracci ridendo mentre eravamo in mezzo agli amici, a quelli stretti stretti che ci siamo dati quella sera. Sapevo di non poterti avere solo per me, sapevamo entrambi che non si poteva fare, che era sbagliato, che… quante cose sapevamo quella sera, eppure ce ne siamo fregati, perché era da aprile che andavamo avanti a cercarci, a volerci, a tirarci indietro quando capivamo che stavamo andando troppo in là.
Oggi ti ripenso e mi rendo conto che… è stato proprio quel 5 gennaio a farmi cambiare.
Lì sono stata io a prender in mano la situazione, lì sono stata io a dire: “No. Basta. Non andiamo oltre”.
Quella sera se avessi voluto ti avrei legato a me.
Forse non per sempre, ma per un po’ sì.
Eppure mentre ti abbracciavo, ti coccolavo, mi rendevo conto che non ero pronta a combattere una guerra che quasi sicuramente avrei perso prima o poi.
E mi sono detta: non ne vale la pena.
Tu non eri più per me la persona importante che eri stato fino a settembre: vale la pena di lottare finché i bei ricordi sono più di quelli negativi, ma nel momento in cui mi son resa conto che pensando a te mi venivano in mente prima gli episodi brutti e solo in un secondo momento le belle serate insieme, ecco lì ho capito che era ora di chiudere il capitolo…
Ieri ero seduta lì al sole, ed ho pensato a noi: chissà se saremmo stati bene insieme, chissà se ce l’avremmo fatta.
Ho guardato giù, verso casa tua, e mi sono resa conto che in cuor mio la risposta l’ho sempre saputa.
NO. Non ce l’avremmo fatta, e l’ho capito mesi fa mentre una sera andavamo al Sunset insieme.
“Convivere non è facile- mi hai detto- lo imparerai col tempo che bisogna rinunciare a certe cose…”.
Non avresti mai lasciato lei, anche se non la ami, anche se ti fa incazzare. Ti dà stabilità economica, una casa, bollette pagate, libertà totale.
Piuttosto rinunci a viverti quelle emozioni forti, a lasciarti andare.
Ecco vedi, è lì la differenza tra me e te.
Io non rinuncio. Io non accetto di condividere la mia vita con qualcuno solo per “comodità”.
E sai cosa mi fa quasi sorridere?I tuoi occhi che si abbassano, il distacco che hai, il sorriso tirato, il non avere più un contatto fisico con me: né una pacca sulla spalla, né una carezza sui capelli, niente. Hai una paura fottuta, e questo mi fa sorridere.
Perché io adesso sto bene, e li reggo i tuoi sguardi.
Ti fisso negli occhi mentre tu ti studi le scarpe.
Non avrei mai pensato.
Ero lì, seduta al sole, e ascoltavo “Henna”… lo sai che mi farà sempre pensare a te, vero?
E lo sai che, nonostante tutto, ti voglio un bene che nemmeno immagini.
Ma ormai le scelte sono state fatte, e io e te siamo staccati.
Mia madre però, ci ha visti oggi per due secondi e ha capito tutto.

Forse gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima.


“e ti sei data ti sei presa qualche cosà chissà/ma le parole che ti sono avanzate/
sono finite tutte nella valigia/e lì ci sono restate…”(Ligabue)