venerdì 22 luglio 2011

CAMPOVOLO 2.0 (2)

Se qualcuno mi chiedesse: "Allora, sto Campovolo com'è andato?", probabilmente vedrebbe i miei occhi illuminarsi, come quando parlo di una cosa mia, intima e speciale. Perchè quel 16 luglio ce l'ho marchiato a fuoco dentro ormai, un'emozione talmente forte, una botta di adrenalina talmente potente... Forse, è perchè lo aspettavo talmente tanto: i due concerti sfumati nel 2010 bruciano ancora, e così quando ho stretto tra le mani il biglietto per l'area pit, beh, mi sembrava di custodire il più prezioso dei tesori...
Cosa ricorderò? TUTTO, semplicemente.
Il viaggio la sera prima, dormire sul prato condividendo un sacco a pelo e un telo mare, la sveglia alle 5 e mezza e la fila lunghissima, i cancelli che si aprono, quel ragazzo vestito di arancione che mi mette al polso il braccialetto giallo del Bar Mario, una giornata infinita stese al sole, gli idranti, i nebulizzatori, i gadgets, i litri d'acqua, i panini, le scottature, la stanchezza che si accumula...
L'attesa...
Aspettare Lui, guardare l'orologio ogni 5 minuti, fissare il palco alle 21.15 spaccate, cercando di capire da che parte sbucherà.
Si accendono i maxischermi: ascolto, guardo, piango. Lui in 3 minuti mi ha dato più emozioni di quante potessi sperare. Lui,l'unico capace di farmi tremare così forte.
Mi prendi l'anima, il cuore, qualunque sia quella cosa che contiene le emozioni e me l'attorcigli come un telo strizzato, poi mi stendi e mi accarezzi con la voce, aspettando che mi asciughi un po'. L'ho sentito il tuo abbraccio sabato sera, su alcune canzoni... tipo "Piccola stella senza cielo", "Ho ancora la forza", "M'abituerò"... ad un certo punto ti sei spostato sul lato sinistro del palco, dritto davanti a me. Non guardavi me, chissà chi avrai visto, ma i tuoi occhi erano lì, e lasciamela l'illusione che per un attimo ci siamo sfiorati, da lontano, per un secondo.
Lasciami dentro al tuo mondo, almeno un po'. Perchè tu nel mio ci stai sempre, lo sai? Ogni giorno, ogni istante. Che sia una canzone, una frase, un film, tu ci sei.
Rimani lì, sempre lì, lì nel mezzo.
Grazie per ogni singolo istante di quelle tre ore di sabato, per il concerto più da brividi, per l'emozione più forte. Grazie per aver scelto certe canzoni, e grazie perchè sei uno che parla poco, ma quando parli, beh, emozioni. Grazie alla luna di sabato notte, inconsapevole spettatrice di cotanto spettacolo.
Io non l'ho ancora capito se il cielo è vuoto o il cielo è pieno, ma so che tu, Luciano, sei il mio centro del mondo.
Grazie per il te più vero.
Al prossimo concerto.

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