domenica 13 febbraio 2011

gocce di pioggia, palloncini rossi, e jay z.

Sabato sera una festa a cui ho deciso di andare all'ultimo minuto.
Si è rivelata una decisione felice, un ritrovo con voi che siete troppo, troppo importanti per me!
Una cena con dj, una occasione per sedersi e parlare, come non capitava da tanto.
Sentirvi vicini, capire che no, non è ancora troppo tardi, questa compagnia non si è ancora sfaldata...
Voi due soprattutto, ci siete sempre: tu, con le tue risate, il tuo modo di scherzare, quel modo di essere ancora un po' bambino ma allo stesso tempo sai dare tante piccole attenzioni che agli altri sfuggono, ma a me e "la mamma" no.... una stretta di mano, la testa appoggiata a noi, un sorriso, una carezza.
Tu, con il tuo occhiolino, il tuo sorriso, il tuo modo di prendermi in giro, i tuoi giochi (prendermi, "strucarme", rendermi per qualche istante la tua bambolina personale), il tuo braccio sempre lì, vicino a me, e so che mi difenderesti in ogni istante, se fosse necessario.
E lo sai che uniti come noi è dura esserlo, e ci sarà sempre chi ci vedrà qualcosa che non c'è, che parlerà giusto per dare aria alla bocca, ma queste persone non sapranno mai che dopo un anno e mezzo io e te, due mondi paralleli che a volte si scontrano troppo violentemente e senza un motivo serio, siamo più forti.
Chi sei?
In quella compagnia sei il mio migliore amico, punto.
Guidare la tua macchina perchè tu e il vino rosso avete deciso di stringere amicizia, guardarti mentre scegli i cd da mettere, ridere perchè abbiamo TROPPO gli stessi gusti, ascoltare i tuoi discorsi senza senso da ubriaco e pensare che così era da tanto che non ti godevo.
E nello specchietto retrovisore vedere quei due palloncini rossi svolazzare di qua e di là.
(Uno è finito appeso sul tuo cancello, l'altro te lo sei portato a casa tu)


Il Cotton era troppo pieno, siamo rimasti poco.
Ma "poco" è stato comunque troppo.
Non pensavo di incontrarti.
Ho strabuzzato gli occhi e tu pure.
Ci siamo guardati quella frazione di secondo di troppo prima di avvicinarci e salutarci.
Un imbarazzo totale.
Ci hanno salvato il locale troppo pieno e i nostri rispettivi amici.
Due baci veloci, una carezza impulsiva e poi ciao.
Meglio.


Il Saloon era pieno, stranamente.
Il dj il solito pazzo, mi accoglie come se mancasse da anni. :)
La gioia di essere diventato di nuovo padre trapela in ogni gesto, in ogni battuta, in ogni sorriso.
Tu sei sparito quasi subito.
Solo la Laly si è accorta che mentre tu sparivi fuori con lei, io me ne uscivo dall'altra parte del locale.
Una sigaretta da sola, seduta sul muretto a osservare le nuvole.
Perchè sei stupido a stare così per lei, ma se non ascolti e fai di testa tua son fatti tuoi.
Permetti però che mi cadano le palle che non ho. -.-


Riportarti a casa e ascoltare tipo 10 volte la stessa canzone.
"99 problems" di Jay Z e i Linkin Park.
Stare seduti fuori casa tua aspettando Erica e tuo fratello, con una pioggerellina fastidiosa attorno a noi.
Parlare di tutto, nonostante la stanchezza e l'alcol: vestiti, casa, mafia, macchine, capelli.
E quell'abbraccio forte prima di salutarci.
Più di mille parole.
Ieri sera.
Discutere un'ora e mezza per una cazzata colossale.
Scriverti con i lacrimoni caldi di nervosismo che rigano le guance.
Fare pace poco a poco, a fatica, dopo due ore.
"Siamo troppo impulsivi tutti e due", dici.
Sì hai ragione, ma hai anche una gran testa dura, lasciatelo dire caro mio!
Ti voglio bene, più di prima, come prima, poco importa.
Ma non mettermi più in dubbio.
MAI PIU'.

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